Il 21 settembre uscirà nelle sale cinematografiche il quarto (e probabilmente ultimo) capitolo della saga “The Expendables”, ovverosia “I Mercenari”.
Per l’occasione, oltre ad aver inserito un “4” nel brand, trasformandolo in “The Expend4bles / I Mercen4ri” (che mattacchioni), noi di GpReport potevamo non parlarvi di questo (quasi sicuro) polpettone di vecchie glorie hollywoodiane e scene d’azione che vanno oltre i confini della fisica e della gravità?
Certo che avremmo potuto! Tuttavia, Signori, vi prometto un viaggio gustoso attraverso 10 curiosità sul franchise che ha avuto il (de) merito di riesumare (in certi casi è il verbo giusto) il gotha della “Hollywood da scazzottate e proiettili come se non ci fosse un domani”.
Quindi zaino in spalla e via!
- Tre pilastri degli action movie (finalmente!) assieme
Cominciamo col dire che il regista, sceneggiatore e attore protagonista è il buon Sylvester Stallone, che di certo non ha bisogno di presentazioni. Sin dagli edonistici anni Ottanta, Stallone sognava di girare un film con Arnold Schwarzenegger, suo amico/nemico. Se ai due aggiungi Mr. “Inferno di Cristallo” Bruce Willis, ecco che hai il cast perfetto. E non c’erano solo loro, lo sappiamo…
- Un ponte per i Mercenari… e pure per i cittadini
Per le riprese del secondo film del franchise, “I Mercenari 2”, la produzione costruì un ponte ferroviario che attraversava il fiume Osam, in Bulgaria. Al termine delle riprese, il ponte venne lasciato e donato alla città. A oggi è ancora utilizzato. Mercenari sì, ma con un cuore.
- Quando Sly salvò Mickey Rourke
Vi ricorderete di Mickey Rourke, no? “Nove settimane e mezzo”, “Angel Heart”. Proprio lui, l’ex sex symbol degli Eighties. Durante gli anni Novanta, Rourke passò un periodo difficile. A salvarlo, lavorativamente parlando, fu Stallone, che gli offrì un ruolo nella pellicola “La vendetta di Carter” pagando di tasca propria il cachet dell’amico. Rourke non dimenticò la cortesia e partecipò gratuitamente alla prima pellicola del franchise “I Mercenari”. Altra curiosità: essendo impegnato al contempo sul set di “Iron Man 2”, Rourke girò le sue scene in 48 ore. Toccata e fuga.
- Ad ogni film “recupero” un cast stellare
Se credete che il primo film del franchise sia ricco di attori e action Heroes, probabilmente non avete visto gli altri. Esatto, perché in ogni pellicola c’è davvero l’imbarazzo della scelta: da Chuck Norris (che appare nel secondo film) a Harrison Ford, da Mel Gibson ad Antonio Banderas… insomma, un red carpet niente male.
- E se 50 Cent…?
Per la serie “What If: sarebbe bello se…”: il ruolo di Hale Caesar (interpretato da Terry Crews) fu offerto inizialmente a Wesley Snipes, “Blade” per gli amici che ricordano il personaggio. Snipes, tuttavia, dovette rifiutare per via di problemi legati al fisco. Stallone riscrisse il ruolo pensando a Forest Whitaker ma andò male anche stavolta. Contattò 50 Cent ma il rapper preferì concentrarsi sulla sua carriera. Arrivò quindi il turno di Crews che regge botta dopo 3 film. E 50 Cent? Se vi dicessi che lo troverete -finalmente- nella quarta pellicola?
- “Mi piace questa moto, ne voglio una identica”
Co-protagonista e spalla ideale per Barney Ross – Stallone è Jason Statham. Neanche lui ha bisogno di tante presentazioni, direi. Oltre ai siparietti tra il suo personaggio e quello di Stallone, Statham si scatena in diverse scene, soprattutto in moto. A proposito: l’attore si è letteralmente innamorato della moto che ha usato durante le riprese da comprare una identica per poter continuare a sfrecciare sulle highways statunitensi.
- Jet Li, cinque minuti da protagonista
Attore, maestro indiscusso di arti marziali e campione di Sanda (chiamata anche boxe cinese), Jet Li è uno dei nomi che appare in prima fascia durante i titoli di testa delle pellicole. A onor del vero, il nostro caro Jet appare per cinque minuti cinque su un totale di 104 effettivi. Maestro anche in questo.
- “4 giorni? Facciamo un milione e siamo d’accordo”
Questa è davvero a metà tra leggenda metropolitana e realtà, un po’ come gli alligatori nelle fogne newyorkesi. Si dice che Stallone, poco prima dell’inizio delle riprese del terzo film della sga, abbia contattato Bruce Willis per interpretare il ruolo di Max Drummer. Willis avrebbe chiesto 1 milione di dollari per 4 giorni di riprese (c’è chi dice 4 milioni per 4 giorni), motivo che avrebbe portato Sly a contattare Harrison “Indiana Jones – Han Solo” Ford, con il quale si sarebbe accordato per 750.000 dollari. E faglielo uno sconticino la prossima volta, Bruce!
- Da nemici a inseparabili
“Ti spiezzo in due”. LO so che tutti, TUTTI, avrete letto questa frase fingendo un accento russo improbabile. Erano i tempi di Rocky vs Ivan Drago, di Stallone vs (seppur per finta) Dolph Lundgren. Lo svedesone (nato a Stoccolma, più svedese di così) è grato da una vita al nostro Stallone: già ai tempi di “Rocky”, Sly introdusse Dolph nel mondo del culturismo e di un’alimentazione sana e pensata per incrementare e mantenere massa e tonicità muscolare. E pensare che sembravano davvero, davvero rivali. Pensate che Lundgren, sentendo che nel quarto episodio del franchise non ci sarebbe stato Stallone (allarme rientrato, all’epoca c’era parecchia acredine tra Sly e il produttore), non ci pensò due volte a dichiarare che non avrebbe girato quel film senza il suo amico Sylvester. Cuore di Drago.
- I no che non vorresti
Quattro film quattro (l’ultimo, ve l’ho detto, esce nelle sale il 21 settembre) e una parata di attori degna di un red carpet di quelli lussuosi e ricchi di giacche con le spalline anni ’80 (e anche capelli cotonati, ci sta). Ma sapete quanti pezzi da novanta hanno deciso (o si sono trovati in condizione) di non partecipare? Qualche esempio così, al volo: Jackie Chan ha rifiutato la parte di Yin Yang (assegnata a Jet Li) perché non era da protagonista di “prima fascia”. Wesley Snipes fu costretto (era in carcere per evasione fiscale) a saltare i primi due film della saga. Per “i Mercenari 3” venne contattata Milla Jovovic (“Resident Evil”, “Il Quinto Elemento” “Giovanna D’Arco” ma rinunciò per via dell’agenda piena. Nicholas Cage, invece, venne preso in considerazione per il ruolo di Bonaparte ma la trattativa non andò in porto.
Ora, che “I Mercen4ri”, ultimo atto della tetralogia, possa essere un polpettone incredibile lo sappiamo con una certa sicurezza. È anche vera una cosa: per circa un’ora e quaranta potremmo allegramente spegnere il cervello e guardarci un film che di surreale ha tanto ma -soprattutto- è riuscito nell0’impresa di ridare lustro e visibilità a coloro che hanno fatto d’oro la Hollywood degli anni Ottanta e Novanta.
AbC - Alberto Caboni
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