I primi accordi di pianoforte che si susseguono mentre due silhouettes vestite di nero camminano verso una casa. L’inquadratura cambia, mentre una stanza immersa nel buio si illumina, finestra aperta dopo finestra aperta. La voce è quella di John Winston Lennon, le finestre sono gentilmente aperte dalla di lui consorte, l’artista giapponese (e odiatissima da molti Beatles Maniacs, sappiatelo) Yoko Ono.
La canzone in questione (e il suo iconico videoclip) è “Imagine”, considerata una tra le più belle della produzione Lennoniana (almeno, di quella con co-firmata con McCartney). Ma cosa c’è davvero dietro questa canzone diventata un inno di pace e serenità?
Beh, seguitemi: entreremo in punta in piedi (per non disturbare Mr. Lennon che suona).
- Tanti auguri, John
“Imagine” venne rilasciata il 9 ottobre del 1971, ovvero il giorno del 31° compleanno di John Winston Lennon. Raggiunse la 3° posizione nella “Billboard Hot 100”, classifica di riferimento per vendite e apprezzamento. Nel Regno Unito il singolo (con “It’s so hard” come lato B) il singolo (leggi 45 giri) venderà oltre 1, 6 milioni di copie.
- Non è tutto frutto di Mr. Lennon
La canzone suscitò, sin da subito, delle polemiche legate al testo. Apparentemente ispirata agli anni in cui venne realizzata, laddove la situazione mondiale (conflitti, carestie, guerre di religione etc…) stava vivendo gli anni bui, in realtà trae ispirazione da una poesia scritta da Yoko Ono, moglie di Lennon e artista poliedrica, alla tenera età di 12 anni. Dimenticavo: durante i bombardamenti sul Giappone da parte degli Alleati.
- Ma quanti l’hanno cantata?
Sono innumerevoli gli artisti che, dal 1971, hanno cantato “Imagine”, creandone cover più o meno riuscite. I Queen per esempio, la suonarono alcune volte live dopo la scomparsa di Lennon (8 dicembre 1980). In seguito venne rifatta da Elton John (che con Lennon suonò diverse volte negli anni ’70). Altri nomi? Guns’n’Roses, David Bowie, Niel Young, Madonna, Lady Gaga, Stevie Wonder… e non finisce qui, perché…
- Ma in quanti l’hanno cantata? (Italian edition)
…Perché (come dar loro torto?) anche gli artisti del Belpaese si innamorarono della canzone, rieseguendola con il testo originale oppure con traduzioni (a volte strampalate). Ornella Vanoni incise la canzone con un testo, basato sull’originale, firmato da Paolo Limiti e Felice Piccarreda. In seguito fu il turno di Gianni Morandi, Alberto Fortis, Mahmood (che la cantò -in qualità di ospite- alla finale dell’Eurovision 2023), Zucchero, Mia Martini, Laura Pausini (feat. Wille Nelson, Carlos Santana, Jessica Lange e Sir Anthony Hopkins, mica male).
- “Dove giriamo il videoclip? A casa”
IL videoclip che accompagna la canzone, di cui abbiamo parlato nell’intro, venne girato nella campagna inglese del Berkshire, esattamente a Tittenhurst Park, residenza (sontuosa) dei coniugi Lennon. Nella fattispecie, venne utilizzata la stanza dove (realmente) campeggiava un pianoforte a coda bianco. Precisazione: non fu quello il piano dove nacque realmente la canzone.
- Il piano di George Michael
Il pianoforte dove venne creata “Imagine” è uno Steinway Z verticale color legno, che Lennon “abbellì” più volte, spegnendoci sopra i mozziconi. Roba che farebbe accapponare la pelle ai puristi ma non a Georgios Kyriacos Panayiotou, in arte George Michael. Il musicista lo acquistò nel 2000 all’asta, pagandolo circa 2 milioni e mezzo di euro (cambio più o meno attuale). Lo Steinway venne usato per le registrazioni di “Patience”, album di Michael uscito nel 2004.
- Una canzone “facile”
Il testo, di cui abbiamo accennato, è una sorta di visione ideale “Lennoniana” del mondo perfetto, utopistica e provocatrice (almeno per alcuni). La musica, invece, è semplice e facilmente riproducibile. Va detto che Lennon, seppur l’abbia composta al piano, non fosse un pianista di prim’ordine. Meglio così, posso dirvi: la semplicità è davvero una delle chiavi del successo di questo pezzo.
- La registrò grazie “A Little help from HIS friends”
La registrazione di “Imagine” avvenne il 27 maggio del 1971 agli “Ascot Sound Studios” (gli studi privati di Lennon, realizzati a Tittenhurst Park). Lennon chiamò in suo “aiuto” diversi amici musicisti: George Harrison (ricreando metà dei Fab Four) alla chitarra, Alan White (batterista che l’anno successivo entrerà negli YES, mica un gruppetto così) e Klaus Voorman al basso. Klaus, mediocre bassista, era famoso come illustratore e già noto al pubblico dei Beatles: vi dice nulla la cover di “Revolver”? Beh, l’ha fatta lui.
- Una torre di luce
Nel 2007 Yoko Ono realizzò un monumento in onore del marito. Si trova sull’isola di Viðey, poco distante da Reykjavík, capitale dell’Islanda. Si tratta di una…torre di luce, che raggiunge i 4000 metri d’altezza (metro più, metro meno). È visibile in alcuni periodi dell’anno. Esiste un sito ufficiale e un canale YouTube dove poter vedere, se vi va, quest’opera d’arte.
- Da Liverpool a Manchester
Se vi dico Noel Gallagher che vi viene in mente? Beh, certo: gli Oasis, le liti col fratello Liam, il tifo per il City, le sbronze… ma soprattutto, un bel po’ di canzoni entrate nell’immaginario collettivo. Vi ricordate l‘intro di “Don’t look back in anger”, una delle hit più conosciute del gruppo di Manchester? Deve tanto, tantissimo a “Imagine”. Noel Gallagher, così come il fratello, non ha mai nascosto l’ammirazione profonda che nutrono per il quartetto di Liverpool.
In attesa del 9 ottobre, giorno del compleanno di “Imagine” (e dell’83° compleanno di Lennon, se ancora fosse vivo), perché non rispolverate il vostro vecchio giradischi (se non ce l’avete, vale quello dello zio o di vostro babbo/nonno/vicino a scelta), appoggiate la puntina con attenzione e lasciate che le note vi avvolgano.
Probabilmente ci vorrà del tempo, davvero un po’ di tempo, affinché il testo di “Imagine” possa divenire 8anche solo in parte realtà.
Ma del resto…
“You may say I ‘m a dreamer / But I ‘m not the only one / I hope someday You’ll join Us / and the world will be as One”
AbC – Alberto Caboni
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