È estate, il sole picchia sulle nostre teste come un fabbro ferraio e l’unica cosa che desideriamo è una trinità pagana: mare, spiaggia e (possibilmente) una bevanda freddo/gelata da sorseggiare, godendoci il momento.
Alle nostre orecchie, in lontananza (o forse molto, molto vicino grazie a radio, casse portatili e altre diavolerie figlie della tecnologia) arrivano delle note orecchiabili e un ritornello che, nel bene e nel male, s’infila tra le tue sinapsi, più insistente di una zanzara (grazie, Estate!) e altrettanto lesivo.
Prendete “Pinne, fucili ed occhiali” (giusto per spoilerare una delle Hit Estive più coriacee di sempre) e seguitemi: sguazzeremo tra le onde dei ricordi e del passato, recente o meno che sia, alla (ri) scoperta delle 10 Hit Estive che (nel bene o nel male) hanno segnato le nostre estati.
- La Hit (copiata) che verrà copiata (lo chiamano campionamento)
Estate 1989. Il Muro di Berlino è ancora lì, anche se crollerà a ottobre. Esistono ancora l’URSS, la Jugoslavia e la Cecoslovacchia. Le giacche con le spalline sono uno dei capi must-have (lo saranno, purtroppo, anche vent’anni dopo), i jeans a vita “ascellare” spopolano e le radio trasmettono a ripetizione una canzone brasiliana. Il gruppo si chiama Kaoma e la loro canzone… esatto, “Lambada”. Ritmi dolci ed estivi, profumo di salsedine e… una traccia copiata da un altro gruppo, i boliviani Los Kjarkas. La “Lambada” tormenterà non solo l’estate dell’89 ma tornerà ogni anno nelle playlist estive. Sino a quando, nel 2011, due “sforna hits” internazionali, Jennifer Lopez e Pitbull, campionano la melodia per “On the Floor”. Come ridare vita alla creatura di Frankenstein.
- Quando le parole (non) sono importanti (però lo sono comunque)
Estate 2002. L’Italia del Trap è stata defenestrata dai Mondiali di Calcio di Giappone-Corea (Byron Moreno è ancora uno degli arbitri più amati dagli Azzurri), l’Inter ha subito il “suo” 5 maggio (decisamente più tragico e quasi più lirico dell’Ode Manzoniana) e per le spiagge imperversa un motivetto in una lingua incomprensibile. A cantarlo sono tre sorelle andaluse, figlie del chitarrista flamenco Juan “El Tomate” Muñoz. Lola, Pilar e Lucia (questo il nome delle sorelle) si ribattezzano “Las Ketchup” (ci sta con un babbo chiamato “Il Pomodoro”, no?) e sfornano una hit deflagra gonadi (si può dire? Vabbè, l’ho scritto…) intitolata “Aserejè”. Ora, che il ritornello sia palesemente una “citazione” (chiamala così) lo sappiamo, soprattutto se da giovincelli (o meno) abbiamo ascoltato quel pilastro del rap intitolato “Rapper’s Delight”. Tornando alle tre sorelle: ci fanno vivere un’estate 2002 a pronunciare parole senza senso (dopo “Aserejè”, il resto lo si canta un po’ ad catzum, come le strofe di “Bia e la sfida della Magia” per dire) per poi scomparire nuovamente dai radar. Sono ancora in attività e ogni tanto qualche stregone televisivo (leggi Carlo Conti e affini) le rievoca dai nostri incubi estivi.
- Questa l’hai ballata anche tu (se dici di no stai mentendo spudoratamente)
Torniamo indietro di sei anni. Siamo nel 1996: I Take That si sono sciolti (e chi scrive ha visto di persona gli effetti sulle loro fans, tra lacrime a fiumi e le canzoni del quartetto inglese riascoltate sino a distruggere il CD), Bill Clinton è rieletto Presidente (e frequenta già la Lewinsky) e nasce la pecora Dolly, il primo mammifero frutto di clonazione. Insomma, tra pecore clonate, boy band sfasciate e quant’altro, due 48enni di Dos Hermanas (comune della provincia di Siviglia) balzano in testa alle classifiche di tutto il mondo. Come mai? Beh, l’anno prima hanno inciso una certa canzone, “Macarena”, che diventa il tormentone (nonché, credo, una delle pene dell’Inferno Dantesco) dell’estate ’96 grazie al remix dei Bayside Boys. Non solo: per rendere la hit ancor più longeva (e trasformarla definitivamente in tortura medioevale) “Macarena” ha anche il suo balletto che più o meno tutti sbagliano (così come le parole, farfugliate sino all’epico finale “Eeeeee Macarena! Aaaaaaay”). Impossibile dimenticare, così come impossibile che tu non l’abbia ballata.
- Una Hit da cani (credo si capisca già dal titolo che non la si ama…)
Torniamo negli sfavillanti e sgargianti primi anni 2000. È il 2003: Megan Gale ci ricorda che con la Summer Card possiamo mandare i messaggi gratis, è un fiorire di mostruosità come “xkè, “nn” “dv6?” pur di risparmiare uno spazio e -come se non bastasse- DJBobo, dalla Confederazione Elvetica con amore- decide di regalarci una Hit, anche se molti di noi avrebbero fatto volentieri a meno di questo dono. La traccia si chiama “Chihuahua”. Come creare una canzone che tormenta le sinapsi abbinandola a una razza canina amata da alcuni, mal tollerata dagli altri. In questo marasma di fiati e di un ritornello, “Oooooooh, Chihuahua”, assillante come pochi, c’è una gioia (piccola ma c’è): uno o più geni crearono una versione in sardo, giocando su uno stereotipo legato agli abitanti di Quartu Sant’Elena e alla loro alimentazione, diciamo così. “Itta pappanta in Quartu? Chihuahua!” (“Cosa mangiano a Quartu? Chihuahua!) è solo una strofa della cover ma divenne, almeno in quel del Sud Sardegna, molto più nota della versione originale. Chapeau.
- Qui scappa la lacrimuccia (al momento del ritornello)
Che tu sia figlio degli edonistici anni ’80 o del decennio precedente, so che l’8 giugno del 1990 eri incollato davanti al televisore a vedere la cerimonia di apertura dei Mondiali di Calcio. NON dei Mondiali qualsiasi, diamine: parliamo di Italia ’90, i “nostri” Mondiali. Tra coreografie, esaltazione dell’alta moda Made in Italy e il “Va’ pensiero” Verdiano diretto dal Maestro Muti, tutti noi ricordiamo un’intro di synth e chitarra, prima che la voce di Edoardo Bennato ci guidi attraverso le “Notti Magiche”. Assieme a lui, a cantare un brano scritto da Giorgio Moroder (mica uno di passaggio) c’è una delle anime rock più belle del panorama italiano, Gianna Nannini. Sappiamo come andrà il cammino degli Azzurri, tra le magie di Roby Baggio e gli occhi spiritati di Totò Schillaci, prima che il sogno si infranga dagli 11 metri nella semifinale contro un’Argentina molto “italiana” (Maradona, Caniggia, Balbo, Sensini, Dezotti…). Quello che ci resta, dopo “qualche” anno, è la sensazione che quella canzone ci abbia davvero aiutato a vivere delle “Notti Magiche”. E alzi la mano chi non si ritrova con l’occhio lucido durante il ritornello.
- La Hit firmata Rossi, V…aleria
Balziamo in avanti di 11 anni. È l’estate del 2001, l’Euro è entrato nelle nostre case (e tasche) da qualche mese e ancora ci incasiniamo con conversioni e centesimi, “nichelini” o “ramini”. Una cantautrice romana- che di nome fa Valeria, di cognome Rossi e no, non è imparentata col Blasco- tira fuori dalla stanza 237 dell’Overlook Hotel tre parole. Esatto, tre parole: sole, cuore, amore. Sì, so che anche tu l’hai cantata sino a sfibrarti l’apparato urogenitale e sì, anche tu hai trovato spesso altre tre parole (erano parolacce? Dai, riconoscilo: conosci anche le versioni con le parolacce) … ma il dato oggettivo è -ahinoi- lampante: dopo più di 20 anni, anche chi non era ancora nato all’epoca conosce questa hit, complici le serate revival. Brava, Valeria: hai creato un mostro con tre parole, a metà tra un’evocazione demoniaca e un Golem.
- La più virale (è arrivato il momento)
So che vi starete chiedendo: “Ma quando arriveremo a toccare il fondo di questo Inferno Dantesco?”. Eccomi pronto a soddisfare la vostra impagabile voglia di farvi male con hit estive. La prossima arriva da un posto che non colleghi subito al concetto di Hit estiva, né tantomeno chi la canta ti aiuta a far lavorare le tue sinapsi in quella direzione. “Sì, vabbè, ma almeno è facile da cantare, è una Hit estiva!” potreste dire. Facile se conoscete il coreano, ragazzi. “Gangnam Style” di PSY, produttore, cantante e rapper nativo di Seul. Passiamo ai fatti, che è meglio: balletto fastidiosamente virale e riprodotto (male) da chiunque, video che raggiunge – prima clip della storia- il miliardo (sì, MILIARDO) di visualizzazioni su YouTube, PSY idolatrato in tutto il globo terracqueo e sto “Oppan gangnamseutail” (questa la pronuncia corretta, così potrete vantarvi di conoscere due parole in coreano) che -ancora oggi- mi fa venire voglia di ficcarmi SOTTO il divano come un gatto.
- Tsamina mina, eh, eh (lo so che hai cantato!)
Estate 2010. I Mondiali di Calcio atterrano, per la prima volta dalla loro costituzione, nel Continente Africano, più precisamente in quel del Sudafrica, Ogni Mondiale, si sa, ha una sua hit (Citiamo qui velocemente -troppi ricordi, non ce la faccio- la “Copa de l’Amor” di Ricky Martin, 1998) e gli organizzatori sudafricani fanno bingo ingaggiando la colombiana più famosa al Mondo. Non facciamo facile umorismo, non parlo di droga ma di Shakira, 157 centimetri esplosivamente sensuali, la quale tira fuori dal cilindro “Waka Waka”. La Hit avrà vita lunga e sopravviverà al Mondiale sudafricano (di certo durerà più della Nazionale Italiana, defenestrata con poco onore), così come la sua performer. Va detto, Miss Shakira è un’immortale.
- Latino-AmeriBASTA!
Prendi una base danzereccia (leggi reggaeton di base), uno-due cantanti, un ritornello spacca noccioline magari canticchiato da una voce femminile et voilà, hai una Hit latinoamericana. Scherzi (mica tanto) a parte, non voglio dedicare troppo spazio a chi davvero ci ha lesionato le estati. Ve ne cito qualcuno per un tuffo tra i ricordi e il masochismo: Luis Fonsi e Daddy Yankee con “Despacito” (esattamente, quella tortura); Don Omar e la sua “Danza Kuduro”, gli Aventura, fratelli e cugini che ci hanno rovinato un’estate. Chiudiamo con Enrique Iglesias, il figliolo di Julio, che nel 2014 ci “regala” una hit estiva intitolata “Bailando” (viva la fantasia). Negli ultimissimi anno la piaga della hit reggaeton continua a impestare le nostre estati ma forse -forse- ci siamo abituati (o rassegnati) a tutto questo.
- Inverno in letargo ed estate da Hit: lo strano caso di Baby K
Prendi una rapper di nome Claudia Judith Nahum e studiane il comportamento degli ultimi anni, come se fosse un documentario creato da Piero e Alberto Angela. Durante la stagione invernale, la Baby K sfornahits estive (questo il nome scientifico) reta in letargo, per riapparire -french d’ordinanza lunghe come una katana- verso maggio, portandoci in dono una hit. Ora, che questo dono possa non piacere a tutti è un dato di fatto. Resta il fatto (scusate la ridondanza) che ha sfornato torture estive: nel 2015 esce Roma-Bangkok (feat. Giusy Ferreri). Gli anni successivi sono costellati da apparizioni a mo’ di miracolo sul finire della primavera e la sua hit che ci accompagna -ahinoi- sino all’autunno, quando le piogge sciacquano via ogni ricordo di sale, sole, amore e singolo con Chiara Ferragni (è capitato anche quello).
So che, arrivati a questo punto, potreste rimproverarvi del fatto che molte, moltissime hit non siano state citate: parliamo di una fenomenologia davvero importante e non escludo un volume 2 delle “10 Hit Estive che…”.
Perché non mi e ci fate sapere quale è stata / qual è la hit estiva che (nel bene e/o nel male) hanno segnato la vostra Estate?
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