Il campionato 19/20 per il Cagliari Calcio è sicuramente più speciale grazie a ben 2 ricorrenze. La prima e più importante è che siamo nell’anno del centenario, la seconda è che si festeggiano anche i 50 anni dallo storico scudetto del 69/70. Inoltre sta prendendo sempre più forma il progetto legato al nuovo stadio.
A questo clima di festeggiamenti e importanti ricorrenze si aggiunge, proprio per l’occasione, una campagna acquisti faraonica. Il presidente Giulini massimizza la cessione del gioiello Barella e da vita ad un centrocampo stellare, che culmina col “ritorno a casa” del ninja Nainggolan, poi arricchisce l’attacco con Simeone e sistema la difesa.
Come sappiamo non è sempre tutto oro quello che luccica... in questo panorama così festoso e con ottime premesse per il campionato, spiccano e stonano alcuni infortuni eccellenti.
In particolare quelli di Cragno e Pavoletti, le colonne portanti del Cagliari dello scorso anno. Cragno si infortuna a ridosso dell’inizio del campionato e Pavoletti nella partita d’esordio in casa. A questi si aggiunge 10 giorni dopo uno stiramento di Nainggolan.
Pura casualità o c’è qualcosa di più?
Se osserviamo il climax generale che la squadra ha vissuto dalla preparazione in poi, potremmo notare che la spina dorsale della squadra ha subito uno stop.
Certo, il presidente ha rimediato prendendo Olsen e Simeone ma resta pur sempre un peccato che 2 titolarissimi nonché protagonisti riconosciuti come l’uomo Cragno e il Pavo non abbiano praticamente nemmeno iniziato la stagione.
Se osserviamo la dinamica un punto di vista olistico, emerge come la squadra abbia sentito una forte pressione psicologica, specie nei suoi uomini di punta, uomini a cui il resto della squadra si affida in qualche modo nei momenti di maggiore difficoltà.
È l’anno del centenario, la campagna acquisti è la più costosa di sempre, il monte ingaggi è il nono della serie A... le aspettative sono tante e a ragion veduta.
Forse però questa pressione è stata in qualche modo vissuta in maniera eccessiva e disequilibrata da alcuni uomini che non a caso sono quelli chiave, portiere e attaccante.
Con l’augurio che possano tornare in campo quanto prima e dare ancora più spessore alla bellissima squadra allestita quest’anno, vediamo come un eccesso di pressione/responsabilità e la voglia di far bene a tutti i costi possano essere 2 facce della stessa medaglia.
Dopotutto... il corpo non Mente.
Raffaele Montalto
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