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Il Corpo Non Mente | Perché il corpo non mente

Da un punto di vista olistico, sia il nostro corpo che la nostra vita sono una mappa della nostra coscienza.

Quando parlo di stati di coscienza mi riferisco a cose come la sicurezza (sentirsi al sicuro, fiducia in sé stessi), le emozioni (ivi compreso il permettersi di sentire ciò che si prova), il rapporto con il cibo o il sesso, la libertà (sentirsi liberi di essere ciò che si è e mostrarsi), l’amore incondizionato (dare e ricevere, il noi), la comunicazione (intesa come l’esprimere la propria verità profonda), l’intuito puro, il sentirsi al posto giusto nella vita, il rapporto con l’autorità.

Ognuno di questi stati di coscienza (che qui ho sintetizzato moltissimo) si riflette nel nostro corpo sia in caso di equilibrio che, ovviamente e per fortuna aggiungerei, di disequilibrio.
In base a tale mappa e al suo linguaggio è quindi possibile rendersi conto del messaggio psicosomatico che si cela dietro ogni sintomo, tensione o disagio interiore.
Ciò rende possibile intervenire in modo specifico per creare un cambiamento atto a ripristinare il proprio benessere ed equilibrio psicofisico.

In parole più semplici significa che tutto ciò che viviamo nasce, innanzitutto, dentro di noi.
Quando ci assumiamo questa grande responsabilità, acquisiamo il potere di cambiare ciò che non funziona, che non ci rende felici, ciò che crea disequilibrio, mancanza di armonia e di serenità nella propria vita.
Come conseguenza si vanno ad interrompere quegli schemi di stress e paura che sono, spessissimo, la causa primaria di tante situazioni di forte disagio e anche di scompensi fisici, che a loro volta collimano in infortuni di varia natura.

Ecco perché il corpo non mente: in base al sintomo fisico o alla dinamica di disagio che la persona (nel nostro caso gli atleti) sta vivendo, si può risalire al preciso meccanismo che ha messo in moto interiormente.
Dapprima scatenando la tensione emotiva (paura, rabbia, tristezza, senso di colpa, non sentirsi amati/capiti ecc..) e, successivamente, quella legata al corpo fisico.

I sintomi fisici (e lo stesso mondo fisico) sono in tal senso la parte finale di un processo che ha origine molto prima e da un’altra parte (la coscienza).
Si intuisce che tutto ciò vale tanto nella vita (innanzitutto) quanto nello sport.

Anche gli atleti più forti sono, prima di tutto, esseri umani.

Pilota, calciatore, tennista, pallavolista, velocista ecc... Tutti questi termini indicano semplicemente un ruolo, specificandone la disciplina correlata.

Che cosa significa?
Semplice: prima di essere calciatore, pilota ecc, un atleta è una persona.
Ciò che fa NON è in alcun modo ciò che è! Prima di tutto viene la persona e solo dopo il ruolo che interpreta.
Da qui in poi si possono porre le basi per una carriera sana, longeva e ricca di soddisfazioni, imparando a scindere il ruolo dalla persona.

Perché, se è vero che una persona felice è una persona sana, a maggior ragione un atleta sano e performante è la diretta conseguenza della persona che c’è dietro.

Il corpo non mente. Mai.

Grazie a tutti e a presto
Raffaele

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