Si tratta della settima pubblicazione per l’autore siciliano, Gianni Scala, originario di Pozzallo, un paese in provincia di Ragusa affacciato sul mare mediterraneo. Cammei Caravaggeschi, uscito lo scorso 25 novembre, edito da Di Leandro Editore. Il libro è suddiviso in 19 racconti sulle tele dell’artista Caravaggio. I personaggi, i luoghi di questi “Cammei” sembrano veri, reali, come le tele del pittore bergamasco; le storie e le trame di questi brevi racconti, invece, sono frutto della fantasia dello scrittore. Una narrazione deliziosa, racconti adatti per coloro i quali sono appassionati di arte e di storia, dove sono presenti citazioni, battute sarcastiche insieme a intrecci improbabili. Dei racconti brevi dove vi sono tracce di dialetto siciliano lungo la narrazione ambientata a Pozzodacqua ( per l’autore si tratta di Pozzallo).
Gianni Scala, nato a Pozzallo nel 1965, muove i suoi primi passi nel mondo della scrittura negli anni 2000, quando decise di pubblicare il suo primo libro, dal titolo Chicchi d’uva alla Marina; da lì in poi è stato un susseguirsi di racconti e cimentarsi sempre più nel mondo editoriale. Il suo stile narrativo è incentrato sulla sua terra, la sua isola, il suo paese: in tutti i suoi testi lascia sempre la sua impronta, ormai considerato il suo marchio. Uno dei suoi romanzi, “L’anima della trinacria”; uscito nel 2011 è stato recensito da La Repubblica. Piccole ma grandi soddisfazioni per lo scrittore siculo che nel suo ultimo libro ha deciso di trasformare il testo in una pinacoteca di caratteri: uno stile unico, un rincorrersi di frammenti di vita, di cammei e sullo sfondo una Sicilia assolata e magica.
Era già sera quando Ciàula uscì dalla miniera. La luna, vedendolo per la prima volta, si sorprese. Don Luigi: «Ma qui sono tutti impazziti? Nella mia Novella era il ragazzino a stupirsi». La luna imbarazzata si girò dall'altra parte. Ciàula: «Luna mi regali un po' di luce per guardare nel buio con più fantasia». «A che ti serve?», chiese la Signora che, affacciata dal suo balcone barocco, si impicciava di tutto. «Laggiù nella miniera si è nascosto un latitante. È fuggito da Malta. È arrivato fin qui, non ha portato né colori e né tele. Vuole dipingere nella miniera lo scuro e il chiaro. Il buio luminoso. I contorni oscuri e abbaglianti. Laggiù vuole seppellire Santa Lucia. Laggiù vuole tagliare la testa al Battista. Laggiù vuole far riscuotere le tasse a San Matteo. Laggiù vuole dipingere la nascita del Nazareno. Laggiù vuole far risorgere Lazzaro. Laggiù vuole far tagliare a Davide la testa di Golia», disse il ragazzino togliendo il nero dal viso.
Lascia un Commento